Scoperta una base funzionale del
dolore spontaneo
GIOVANNI
ROSSI
NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 13 novembre
2021.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Si definisce dolore spontaneo ogni esperienza
di sofferenza algica, avvertita dal paziente e clinicamente rilevata nella
molteplicità delle sue possibili espressioni, generata dall’organismo
apparentemente senza l’intervento dall’esterno di una noxa nocicettiva. Nella
pratica medica specialistica, e particolarmente in neurologia, costituisce
spesso un rompicapo diagnostico che appare in condizioni di dolore cronico
di origine indeterminata e resistente ai trattamenti ordinari. Basterebbero
questi elementi a giustificare il grande impegno della ricerca che, sebbene
abbia individuato alcuni possibili meccanismi molecolari e processi
responsabili, ancora non è riuscita a tracciare un profilo fisiopatologico
generale e speciale dei quadri di dolore spontaneo che si osservano
in clinica e, conseguentemente, a trovare la ratio terapeutica ottimale.
La ricerca segue sia la pista dei meccanismi
centrali, partendo da quelli identificati per il dolore cronico
associato a danno neurodegenerativo, sia la pista dei meccanismi periferici del
dolore neuropatico.
I meccanismi parzialmente delineati da alcuni studi
hanno sollevato obiezioni e generato approfondimenti, pertanto a oggi si può
dire che le basi biologiche del dolore spontaneo sono ancora scarsamente
comprese. Se consideriamo la definizione di dolore abbiamo immediatamente
presente il quadro problematico delle basi biologiche del dolore spontaneo,
come si comprende da questo brano tratto da una recente recensione:
“Il dolore è così definito: “Una spiacevole
esperienza sensoriale ed emozionale associata a danno tessutale attuale o
potenziale o descritta nei termini di tale danno”[1]. La
definizione fu proposta dall’International Society for the Study of Pain (IASP)
nel 1979 e confermata fino ad oggi perché “La lesione, come riferimento
imprescindibile, spiega la centralità della conoscenza delle basi molecolari e
della neuroanatomia del sistema che consente la percezione della sensazione
algica e ispira la pratica clinica”[2].
Dunque, deve esservi danno tessutale o cellulare,
anche se microscopico o molecolare minimo; tuttavia, la componente
infiammatoria presente nel dolore morale associato a disturbi depressivi,
ansiosi e da stress, ha molti elementi in comune con la reazione
infiammatoria che accompagna il dolore organico traumatico, patologico e
neuropatico.
È comune esperienza che soffrire di un fastidioso
dolore persistente, come una lombalgia, una cefalea o anche solo la morsa di
scarpe troppo strette, può rendere irritabili, mentre è una specifica nozione
medica che un dolore cronico possa interferire con gli affetti espansivi,
ridurre drasticamente la capacità di provare sensazioni piacevoli e contribuire
a processi di inibizione depressiva con mancanza di iniziativa, interesse e
motivazione”[3].
A questo si aggiunga che il dolore cronico di
origine indeterminata, come il dolore spontaneo, è stato studiato come
una condizione intrinsecamente patologica, per la quale alcuni gruppi di
ricerca hanno evidenziato un difetto funzionale dell’inibizione discendente da
parte delle fibre originate dal grigio periacqueduttale sull’informazione
veicolata al talamo, al tetto e alla formazione reticolare dalle vie dolorifiche
ascendenti dal midollo spinale.
Quin Zheng e colleghi hanno condotto una ricerca che
ha consentito loro di rilevare per la prima volta e dimostrare un’attività
anomala spontanea di un blocco di neuroni del ganglio della radice
dorsale, specificamente studiato per la mediazione dell’endopercezione
nocicettiva, tale da causare un fenomeno di sensazione dolorosa spontanea. Gli autori
dello studio definiscono, a nostro avviso a ragione, il correlato da loro
registrato come scoperta di un meccanismo di dolore spontaneo.
(Zheng Q., et al., Synchronized
cluster firing, a distinct form of sensory neuron activation, drives
spontaneous pain. Neuron - Epub ahead of print
doi:10.1016/j. neuron.2021.10.019, 2021).
La provenienza degli autori è la seguente: the Solomon H. Snyder Department of Neuroscience,
Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA); Howard Hughes
Medical Institute, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA);
Pain Research Center, Department of Anesthesiology, University of Cincinnati
college of Medicine, Cincinnati, OH (USA).
Questi esempi formulati attraverso domande, tratti
da un’introduzione del nostro presidente e da me proposti di recente, possono illustrare
alcuni aspetti interessanti e solo in parte chiariti del rapporto tra funzioni
cerebrali e dolore: “Se si stimola un cervello in toto a bassa frequenza,
cosa accade? Si induce analgesia. Se una persona che avverte un dolore si
spoglia nuda e si guarda allo specchio, cosa accade? Il dolore diminuisce,
ossia si innalza la sua soglia. Se si stimolano con aghi rotanti ad alta
frequenza le radici posteriori del midollo spinale di una persona sofferente
per un dolore somatico, cosa accade? Per interferenza al varco della soglia
spinale e lungo le vie ascendenti si riduce il dolore. E se invece si induce
una reazione di stress in una persona che patisce di un dolore somatico,
cosa accade? Il dolore è maggiore. E se la stessa persona ha paura, si spaventa
o è sottoposta a un evento di grande impatto emotivo, cosa accade? Cresce la
sofferenza. Se si dice a una persona che il dolore che sta patendo crescerà
progressivamente se non assume subito un analgesico, cosa accade? Il dolore aumenta[4]”[5].
Queste caratteristiche ci riportano alla natura del
dolore quale endopercezione, contrapposta all’esopercezione dei
telerecettori di vista, udito e olfatto e dei recettori di contatto del gusto e
del tatto. Si comprende allora la particolare posizione fisiologica di maggiore
prossimità con i grandi sistemi neuronici encefalici che mediano lo stress,
il valore di ricompensa, le risposte omeostatiche, le reazioni emozionali, il
tono affettivo.
Il lavoro qui recensito ha adottato il modello
sperimentale di dolore spontaneo inteso quale conseguenza a distanza di una
noxa neuropatica periferica, costituita da un danno artificialmente prodotto
nel probando sperimentale a un nervo periferico.
Quin Zheng e colleghi hanno impiegato la tecnica
dell’imaging in vivo dei neuroni del ganglio della radice
dorsale (DRG) e hanno scoperto una forma peculiare e distinta di attività anomala
spontanea manifestata a seguito dell’azione di una noxa sul nervo periferico:
blocchi di neuroni adiacenti nel DRG che si attivavano spontaneamente e sporadicamente.
Il livello di attivazione dell’insieme neuroni era direttamente
correlato con il comportamento da dolore spontaneo indotto da noxa nervosa.
I ricercatori hanno poi dimostrato che la scarica
del blocco di cellule nervose della DRG era innescata, dopo il danno, dall’attività
di nervi autonomi del simpatico, che si diramano all’interno delle radici
dorsali, e hanno identificato come neuromediatore chiave di questa speciale
attivazione neuronica la noradrenalina.
Le manipolazioni chemogenetiche e farmacologiche dell’attività
simpatica e dei recettori noradrenergici hanno suggerito che entrambi
siano necessari e sufficienti per elicitare l’accensione del cluster di
neuroni del DRG e provocare il comportamento associato al dolore spontaneo.
Su questa base, gli autori dello studio suggeriscono
quale ratio terapeutica del dolore spontaneo l’inibizione farmacologica
dell’accensione dei neuroni del DRG mediata dalla segnalazione noradrenergica
dell’ortosimpatico.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione
“NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Giovanni Rossi
BM&L-13 novembre
2021
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2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale
non-profit.
[1] Giuseppe Perrella, Il Disturbo
Post-Traumatico da Stress (PTSD), p. 53, Dipartimento di Neuroscienze,
Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Federico II, Napoli 2005; cfr. C. R.
Chapman, Pain, pp. 1-6 in Encyclopedia of Cognitive Sciences, Nature
Publishing Group, London 2003.
[2] Giuseppe Perrella, op cit.,
idem.
[3] Note e Notizie 23-10-21
Individuato il meccanismo di anedonia da dolore.
[4]
Gli esempi sono tratti da
Giuseppe Perrella, Introduzione allo studio delle basi neuroscientifiche del
dolore. BM&L-Italia, Firenze 2005.
[5] Note e Notizie 23-10-21
Individuato il meccanismo di anedonia da dolore.